La prossimità è l'amore di mio marito

Conoscere cosa significa "violenza ostetrica" mi ha fatto dare un nome a tutte quelle sensazioni disturbanti e distraenti che avvertivo come umilianti, degradanti e non dignitose durante il travaglio e la nascita del mio primo figlio, ma che razionalmente non mi sentivo pienamente in diritto di definire tali, perché in fondo in fondo erano scelte fatte da chi capiva più di me e prese per il mio bene!

 

Grazie a Rachele, al “Talento” dello scorso anno, mi sono riappropriata del diritto di dire ad alta voce, senza sentirmi un’ingrata, che quello che ho vissuto alla nascita del mio primo figlio é stata una violenza (travaglio di preghiera ed ossitocina rovinato da visite continue ed imposizioni su come dovessi posizionarmi, continui scenari terrorizzanti su eventuali malformazioni, zero intimità e riposo, invadenza e litigi continui tra medici ed infermieri su turni e ruoli, cesareo d'urgenza senza alcuna spiegazione e previa corsa a piedi “semivestita” in sala operatoria, buco della peridurale effettuato tre volte perché con le contrazioni al 100% per “colpa mia” non riuscivo a stare ferma), violenza per la  quale ho pagato in termini di ferite e traumi da elaborare.


Grazie a Dio, che mi fece dono dei miei talenti, ho superato la cosa partendo dalla mia testardaggine nell'allattare al seno e nel tenere in braccio e nel lettone mio figlio (la prima a sostenere che ci stesse troppo era la pediatra, eppure non viveva e non aveva mai dormito con noi…).


I terrori eteroimposti, tra pesate continue, paure che non bastasse il mio latte, preoccupazione di sbagliare nel desiderare il mio bimbo vicino, non in carrozzina, sono finiti quando ho mandato a quel paese le ansiogene indicazioni ed allattato e basta, ho stretto i denti, domato le preoccupazioni per credere nella competenza mia e del mio bimbo. Tesoro grande mio marito, che mi ha sostenuta e mi ha fatto sempre capire che potevo fidarmi di me, c'è tanto di merito suo nella consapevolezza che ho di essere una madre sufficientemente buona, e c'è tanto dono nella nostra unione in solitudine, senza l’aiuto ed il sostegno di altri e, purtroppo, senza la mia mamma, che è morta troppo presto, che mi è sempre mancata molto e tutt'ora mi manca. 


Il processo Salutogenico che mi sento di delineare ha trovato la sua ‘ciliegina sulla torta’ nel parto naturale del mio secondo figlio, dopo il primo cesareo d'urgenza ed un successivo aborto precoce, sono riuscita a partorire naturalmente il mio secondo bimbo di 3,600kg, così anche gli altri 2 successivi: in Campania, normalmente, non é affatto scontato partorire naturalmente, e partorire spontaneamente dopo un cesareo é praticamente impossibile. Con questo ho compreso definitivamente che potevo pienamente fidarmi di quello che sentivo, vedevo e capivo, nonostante la mia storia personale mi abbia portato negli anni ad avere spesso il dubbio che il mio parere contasse poco o niente.


Teresa Ludovica Coppola


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