Era il 2002, avevo 31 anni e insieme a mio marito Gabriele, trentenne, aspettavamo con emozione il nostro primo figlio. Ci eravamo sposati due anni prima: io lavoravo, mentre lui studiava ingegneria informatica a Pisa e, tra mille vicissitudini familiari, non aveva ancora terminato gli esami. Grazie ai miei genitori, avevamo una piccola casa tutta per noi e il mio stipendio bastava a farci sentire al sicuro.
La gravidanza è stata un periodo sereno, nonostante le nausee e qualche complicazione nelle ultime settimane, aggravata dal caldo torrido dell’estate del 2003. Ma il vero banco di prova è arrivato dopo: il mio latte scarseggiava, le coliche di Matteo ci tenevano svegli notte dopo notte, e quella nuova vita in tre, così sognata, si rivelava più complessa di quanto immaginassi. Credevo che fare la mamma fosse qualcosa di istintivo, naturale, ma mi sono presto resa conto che non era proprio così.
17 febbraio 2025
La gioia e l'importanza di seguire il Talento
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